Elementi simbolici e fonosimbolici nel velo delle Grazie foscoliano.

Numero80
Autori
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Marino Alberto Balducci
TitoloElementi simbolici e fonosimbolici nel velo delle Grazie foscoliano.
ISBN978-88-6065-072-0
Volume rilegato collezionabile
€ 35,00
GenereSaggio critico
LinguaItaliana
N. Pagine55
N. Illustrazioni0
EdizioneDicembre 2015

Le caratteristiche del velo delle Grazie ci permettono di riflettere in generale sulla natura frammentaria dell’ultimo capolavoro di Foscolo, che si presenta come una drammatica testimonianza dell’impossibilità di una rappresentazione compiuta dell’assoluto unitario, avvertito e sempre smarrito dal pensiero. Nella riflessione inglese del poeta (Dissertation on an Ancient Himn to the Graces), del 1822, il velo si configura come uno specifico «symbol of modesty» capace di proteggere l’Essenza, nel perenne dissidio fra «devouring passions» e «beautious forms» che affligge sempre — senza sosta e senza rimedio — la coscienza dell’uomo. Le Grazie foscoliane si disgregano continuamente nella loro struttura di poema; non mostrano e non possono recuperare unità, proprio perché il frammento — disiecta membra Poetae — è il loro segno stilistico più appropriato, la cifra simbolica che rispecchia sempre la verità di questa operazione impressionante della poesia e dell’arte. Da una simile considerazione centrale, è nato dunque il nostro interesse per le alchimie del fonosimbolismo foscoliano, che si afferma con piena chiarezza, musicalmente, nell’avventura estrema del poeta. Lo splendore eufonico delle Grazie non è infatti casuale e superficiale; è un gioco ammaliante di analogie sonore, delinea nelle sue cellule principali l’orditura di un tessuto allegorico profondo, e profondamente pessimistico, che vede il poeta-artifex testimoniare con doloroso disincanto la necessità di una perenne esclusione (l’esclusione lucida della sua “consapevolezza” di moderno) dalla sostanza mistica, religiosa e beatifica della sua stessa arte. [Research project svolto durante il Summer period 1992 grazie al supporto della Section of Italian Studies, University of Connecticut – U.S.A.].

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