The call of the ancient. Dialogo con il passato nell’abbandono della “modernità”: una prospettiva italiana e americana

Numero38
Autori
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Marino Alberto Balducci
TitoloThe call of the ancient. Dialogo con il passato nell’abbandono della
“modernità”: una prospettiva
italiana e americana
ISBN978-88-6065-026-7
Volume rilegato collezionabile
€ 15,00
GenereSaggio critico
LinguaItaliano
N. Pagine25
N. Illustrazioni0
EdizioneSettembre 2006

Il passato non deve essere “attualizzato”, “modernizzato” e, quindi, “violato” nella sua “intima essenza”. L’antico è già attuale, anche al di là della nostra percezione immediata e limitata. I suoi valori profondi sono eterni  e permangono stabili nel continuo turbinio della storia. Le forme cambiano comunque, necessariamente; e, assieme ad esse, le modalità di accesso all’essenza ― così come quelle di mistificazione o di oblio della medesima. Non dobbiamo dunque illuderci a proposito di una facile, automatica identificazione e apprezzamento dei valori dell’antico. L’approccio “facile” e illusoriamente “attualizzante” al passato è anti-storico, falsificante e diseducativo; così come è altrettanto inutile lo sterile nozionismo erudito. L’incontro con l’antico è un’avventura entusiasmante, ma anche estremamente difficile. Non deve divertire e fungere da esperienza di intrattenimento. Quest’ultima nasce sempre da una pericolosa philedonìa (amore del “dilettevole” e disprezzo del “vero”), come la definirebbe l’Anonimo del Sublime. Essa non riesce ad aprire la coscienza del singolo agli autentici valori dell’antico e, quindi,  non “introduce”. Al contrario, trasforma l’antico in un ibrido insignificante, a metà strada fra passato e presente; e questo “antico” è solo una vana parvenza, una caricatura. L’incontro fra i moderni e il passato non deve dunque “divertire” (almeno, non deve farlo nel senso corrente del termine), ma piuttosto “educare”: hominem novum educere. [Relazione scritta per il Convegno Internazionale “Firenze e il neo-umanesimo”, organizzato da Sergio Moravia (Università degli Studi di Firenze – Anno Accademico 2002-2003)].

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